Idee e Programma

Ho accettato con entusiasmo questa importante sfida perché voglio mettermi a disposizione dei miei concittadini.

La crisi pandemica ha ribaltato la narrazione della città vincente allargando sempre più la forbice tra la Milano che sta bene e quella che vive in
povertà.
Il problema è che c’è un pezzo di ceto medio produttivo che si sta sempre più impoverendo a cui noi dobbiamo dare delle risposte. Milano è un caso unico in Europa per spazi vuoti e abbandonati.
La mia idea è appunto di assegnarli gratuitamente, tramite bando, a tutte quelle professioni che in questo momento sono in difficoltà. Penso agli artigiani, ai meccanici, ai ristoratori etc.
Questa proposta ci permetterà anche di creare un collegamento stretto tra l’amministrazione comunale e le scuole professionali.
I Rider sfrecciano per le nostre città e ci portano il cibo a casa o un libro che desideriamo senza che per noi costi alcuna fatica.
Il paradigma che sta dietro a questi lavoratori però è un modello di sfruttamento tipico delle storture del mercato globale e su cui la politica non interviene.
Oltre ad auspicare una normativa nazionale che regolarizzi e tuteli questi lavoratori, a Milano potremmo attuare delle politiche per migliorare la vita di queste persone.

Anche se sono ben conscio che per farlo serve una legge nazionale, potremmo fare le seguenti azioni:

1) mettere a disposizione degli spazi comunali dotati dei servizi igienico e sanitari e di riposo per loro;
2) dare la facoltà a questi cittadini milanesi di iscriversi ad un albo che gli permetta anche di accedere automaticamente ai servizi di formazione al lavoro;
3) un servizio legale gratuito per coloro tra questi che hanno dei contenziosi legali con le piattaforme;
4) cercare di facilitare, di concerto con i sindacati, l’iscrizione alle organizzazioni sindacali di questi lavoratori.

Milano è la città con il più alto numero di volontari in Europa e dimostra sempre di avere il cuore in mano.
La mia idea è quella di consorziare, almeno una volta al mese, le diverse realtà che si occupano di sociale e di fare delle raccolte di beni di prima necessità per i cittadini bisognosi.
Inoltre, una battaglia fondamentale da fare, sarà quella di alzare sensibilmente gli stipendi da fame che hanno gli operatori del sociale. Inoltre sarà di fondamentale importanza proporre degli accordi sugli affitti calmierati in associazione con tutte le sigle di categoria.
Puntare sull’housing sociale con progetti mirati per le giovani coppie e per gli studenti universitari.

Il diritto all’asilo nido è fondamentale per le giovani famiglie. Milano può promuovere un progetto guida per adeguare l’offerta degli asili nido e far sì che ogni famiglia possa farvi affidamento e che ogni donna possa ricollocarsi facilmente sul lavoro dopo la gravidanza.
Partiamo dall’esperienza delle tagesmutter e incentiviamo la creazione di asili nido domestici.
La mia proposta prevede che il Comune da un lato finanzi e certifichi la formazione di un congruo numero di “mamme di giorno” (traduzione letterale
di tagesmutter), e dall’altro contribuisca al pagamento delle rette, non a pioggia ma seguendo un criterio di proporzionalità in base al reddito.
Questo sistema, grazie alla sua grande flessibilità, rende possibile un notevole risparmio rispetto alle rette degli asili a tempo pieno (giorni e orari sono concordati con la tagesmutter), ma oggi, senza l’impegno del Comune, resta un servizio che pochissime famiglie possono permettersi.
A Milano mi risulta che poche famiglie usufruiscono di questo servizio.
Invece possiamo allargare questo servizio, diffonderlo in centro e nelle periferie e supplire in gran parte alla cronica carenza di posti negli asili tradizionali e alla loro inevitabile mancanza di flessibilità oraria.
Sostenere le madri che lavorano non è solo giusto e doveroso, è anche un modo per far girare l’economia: le tagesmutter sono a tutti gli effetti delle lavoratrici, ma soprattutto è dimostrato che nei paesi dove è più alta l’occupazione femminile le economie sono più forti.

Milano è una città di cultura e negli ultimi anni ha avuto uno slancio importantissimo che l’ha portata sempre più ad essere una protagonista sulla scena mondiale.
Sarebbe bello che uno scalo ferroviario diventasse la cittadella della cultura milanese, soprattutto con spazi assegnati ai giovani artisti e alle giovani realtà che operano su Milano.
Inoltre sarà di fondamentale importanza mettere a disposizione gli spazi pubblici per gli eventi di street art. Inoltre, l’obiettivo che la città deve avere è quello di creare una settimana internazionale della cultura, sulla falsariga del Salone del Mobile e della Settimana della Moda, che diventi un appuntamento internazionale che si svolga ogni anno. Inoltre, da Consigliere Comunale, mi prenderò l’impegnò si organizzare ogni anno gli Stati Generali della cultura coinvolgendo anche gli attori non mainstream del mondo della cultura.

Non dobbiamo considerare le comunità etniche come se fossero solo delle portatrici di voti ma dobbiamo considerarle delle attrici per il futuro
di Milano.
Per questo propongo un tavolo cittadino, alla presenza di tutte le comunità etniche, che si riunisca una volta al mese con un assessore del Comune di Milano. Questo tavolo servirebbe a sponsorizzare le iniziative culturali delle Comunità, per renderli eventi partecipati da tutti i cittadini milanesi, e a sapere intervenire in situazione di disagio all’interno delle Comunità. L’istituzione di questo tavolo sarebbe opportuno estenderla anche a tutte le zone di Milano.

La mia idea sarebbe quella di creare una sorta di team di esperti che aiutino gratuitamente le piccole attività a ristrutturarsi per uscire dalla crisi.
Questo team deve anche essere collegato con i bandi europei e regionali e aiutare queste realtà ad accedervi.
Inoltre dobbiamo dare sostegno al commercio di vicinato con una esenzione del pagamento della Tari per le nuove aperture per i primi due anni di attività, riduzione del 30% della quota tari per le attività che non superano i 100 metri quadri di vendita.